Da parte le parole, largo ai fatti.

Sui termovalorizzatori e sull’inquinamento da loro prodotto se ne son dette tante ma, mettiamo per un attimo da parte le parole e basiamoci solo su fatti incontestabili. Inutile parlare di test e documentazioni attestanti l’inquinamento presunto o acclarato perché porterebbe a discussioni infinite sulla capacità dei filtri di ridurre le emissioni, sulle recenti innovazioni tecnologiche e sui limiti stabiliti per legge.

I FATTI SONO:

  • I rifiuti devono essere smaltiti;
  • L’energia deve essere prodotta.

Per lo smaltimento dei rifiuti:

  • I principali metodi di smaltimento sono:
  1. discarica;
  2. termovalorizzatore;
  3. riuso e riciclaggio;
  • Le discariche non sono più una alternativa accettabile da tutti i punti di vista;
  • Le materie per la produzione di beni scarseggiano e hanno un costo più elevato dei materiali riciclati;
  • La Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa ai rifiuti dice: “ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione dei rifiuti per la salute umana e l’ambiente e puntare a ridurre l’uso di risorse e umana e l’ambiente e puntare a ridurre l’uso di risorse e promuovere l’applicazione pratica della GERARCHIA DEI RIFIUTI”;
  • La gerarchia dei rifiuti prevede:
  1. prevenzione;
  2. preparazione per il riutilizzo;
  3. riciclaggio;
  4. recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia;
  5. smaltimento;
  • Ne consegue che il recupero di energia mediante termovalorizzatori DEVE essere effettuato solo dopo aver riutilizzato e riciclato;
  • Dato che i rifiuti possono essere riciclati al 100% mediante compostaggio della frazione umida e riciclaggio della frazione secca, secondo le norme vigenti in materia, non ci sono rifiuti da termovalorizzare.

Per la produzione di energia:

  • Le fonti di energia sono di 2 tipi:
  1. rinnovabili;
  2. non rinnovabili;
  • Le fonti Non Rinnovabili si possono esaurire ed il loro costo è soggetto ad aumento per carenza di materia prima;
  • Le fonti Rinnovabili sono inesauribili e il loro costo è limitato alla tecnologia usata per ottenerle;
  • Le fonti Non Rinnovabili prevedono la combustione (idrocarburi, gas, css, carbone ecc);
  • La combustione delle Non Rinnovabili produce emissioni gassose che andranno disperse nell’ambiente e ceneri che dovranno essere smaltite in apposite discariche;
  • Le fonti Rinnovabili non prevedono combustione di alcun tipo e quindi nessuna emissione di gas o fumi;
  • L’impiego di fonti Rinnovabili sarebbe sufficiente per il nostro fabbisogno energetico (come dimostrato dall’Uruguay)
  • Ne consegue che il metodo economicamente più conveniente e più sostenibile dal punto di vista ambientale e sanitario è l’impiego di fonti di energia Rinnovabili.

 Questi sono i fatti.

 A chi conviene utilizzare un termovalorizzatore?
  • Ai produttori di energia;
  • Alle aziende che si occupano di smaltimento rifiuti.

L’impiego di strumenti per la produzione in casa di energia rinnovabile, come ad esempio i pannelli fotovoltaici, può portare all’autonomia energetica. In sostanza, nessun cittadino dovrebbe pagare per avere energia elettrica. È quindi comprensibile che i produttori di energia non abbiano alcun interesse che l’uso delle Rinnovabili divenga una pratica diffusa. Hanno invece notevole interesse nell’utilizzo di termovalorizzatori che, bruciando rifiuti piuttosto che combustibili fossili (più costosi), ottengono il doppio beneficio di guadagnare dallo smaltimento dei rifiuti e dalla vendita di energia.

E, come detto all’inizio, non abbiamo preso in considerazione ciò che comporta avere un termovalorizzatore (o inceneritore che dir di voglia) dietro casa.

Associazione Futuraparole

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